Con il passare degli anni, è diventato sempre più essenziale per le aziende distinguersi dai competitor. Ad oggi non si mira più a vendere un semplice prodotto, l’obiettivo è avvicinarsi il più possibile al consumatore finale e comunicargli perché ha bisogno del nostro prodotto.
Proprio su questo si basa la Value Proposition, una tecnica logica che permette di comunicare al cliente che ciò che stiamo vendendo soddisfa le sue necessità, reali o ideali, aiutandolo a migliorare la sua vita.
“Perché me piuttosto dei competitor?”
È proprio questa la domanda che dobbiamo porci per riuscire a scrivere una proposta di valore efficace.
Oltre ad adottare un tone of voice adatto e in linea con il nostro brand, è importante anche strutturare attentamente la proposta. Per lasciare il segno nella mente del possibile acquirente dobbiamo farlo “sentire a casa”, parlando la sua stessa lingua.
Il linguaggio gioca infatti un ruolo fondamentale, saper scegliere le parole giuste può fare la differenza.
Come scrivere una buona value proposition?
Gli elementi essenziali sono tre:
- Titolo: deve colpire al primo colpo chi sta leggendo, incuriosendo e trasmettendo sicurezza.
- Sottotitolo: dobbiamo dimostrare di sapere chi siamo, cosa offriamo e quali sono i benefici del nostro prodotto, parlando in modo chiaro e diretto al lettore.
- Immagine: dev’essere coerente con il testo, con il brand e con il valore comunicato.
Bisogna ricordare che le immagini, molte volte, hanno un potere comunicativo più potente delle parole.
Un esempio per capire meglio:
“MailChimp
Send Better Email”
In questo caso, MailChimp, una piattaforma che offre servizi di email marketing, utilizza solo tre parole per far colpo sugli utenti: “invia e-mail migliori”.
In questo caso specifico è stata messa in atto anche una strategia linguistica detta presupposizione. Leggendo “migliori”, l’utente inizierà a credere involontariamente che fino a quel momento abbia inviato mail banali o nella media, e che MailChimp sia la soluzione per fare un passo avanti.
Ultimo, ma non per importanza, dobbiamo controllare che le informazioni da processare siano, oltre che chiare e dirette, fornite nella giusta quantità. Difatti, nel caso fossero troppe, l’utente potrebbe confondersi e non riuscire a individuare il messaggio che vogliamo comunicare, passando all’opzione successiva senza considerare la nostra.
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