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Nonno Andrea, il villaggio delle zucche e la strategia di marketing

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Ti sei mai sentito trasportato in un mondo magico, immerso tra balle di fieno, spaventapasseri e zucche di ogni tipo e grandezza? Questa meraviglia si trova nel cuore di Villorba, in provincia di Treviso, nell’incantevole azienda agricola di Nonno Andrea, che crea un autentico Pumpkin Patch in stile americano.

L’Azienda Agricola di Nonno Andrea: un’esperienza bio e deliziosa

Nonno Andrea è un’azienda agricola che abbraccia con passione i metodi biologici e possiede la certificazione Biodiversity Friends per la produzione di frutta e verdura. Oltre a una vasta gamma di prodotti fatti in casa come composte dolci, sott’olio, creme di verdure e altro ancora, l’azienda vanta un agriturismo accogliente e instagrammabile.

Qui è possibile assaporare torte, biscotti, focacce e altri spuntini con un menù sempre in evoluzione, seguendo il ritmo delle stagioni. Un vero must sono i piatti preparati con la zucca, un’esperienza gustosa che delizia il palato.

  • Fonte: Nonno Andrea

Il Villaggio delle Zucche: un’atmosfera magica in autunno

Nel mese di ottobre, in occasione di Halloween e per celebrare la magia e i colori dell’autunno, nasce il Villaggio delle Zucche di Nonno Andrea. L’atmosfera che si respira è veramente incredibile e fatata, perfetta per i piccoli e i grandi.

Il villaggio è uno spettacolo scenografico: i bambini possono divertirsi con una vasta gamma di giochi creativi, mentre gli adulti possono rilassarsi gustando delizie in un ambiente colorato e allegro. Impossibile resistere alla tentazione di scattare qualche foto con gli spaventapasseri più bizzarri e le diverse attrazioni decorate da zucche.

  • Fonte: Nonno Andrea

Strategie di Marketing per creare un mondo incantato accessibile a tutti

Per rendere questa esperienza accessibile a un vasto pubblico e garantire il successo del Pumpkin Patch, Nonno Andrea adotta una serie di strategie di marketing ben studiate:

🎃 Estensione della Stagione: L’allestimento del Villaggio delle Zucche è disponibile dal 29 settembre al 31 ottobre, sette giorni su sette, dalle 9:00 alle 20:00. Questo ampio periodo permette a un vasto pubblico di partecipare.

🎃 Eventi Speciali e Attrazioni: L’aggiunta di un labirinto, artisti e giocolieri, musica dal vivo e altre attrazioni speciali rende l’esperienza ancora più coinvolgente. Questi eventi speciali contribuiscono ad attirare un numero maggiore di visitatori.

🎃 Strategia di Prezzi Flessibile: L’azienda adotta una strategia di prezzi flessibile con tariffe differenziate per i giorni feriali e i weekend. L’ingresso a pagamento è stabilito a 6 euro a persona durante la settimana e 8 euro nei weekend. Sono previste tariffe gratuite per determinate categorie di visitatori, come bambini sotto i 3 anni, over 80 e persone con disabilità.

🎃 Comunicazione Efficace: La promozione mediante l’utilizzo di piattaforme digitali, quali i canali social e la community di Nonno Andrea, costituisce un efficace veicolo pubblicitario. Inoltre, la diffusione delle informazioni attraverso il sito web e la possibilità di acquistare i biglietti online agevolano l’accessibilità e promuovono l’evento in modo efficace.

In conclusione, il successo del Villaggio delle Zucche di Nonno Andrea è frutto di una combinazione di fattori, tra cui la creazione di un’esperienza coinvolgente e magica, una strategia di marketing ben studiata e l’attenzione alla soddisfazione dei visitatori di tutte le età. 

Un’esperienza che si trasforma in qualcosa di unico e affascinante.


Il Messy Middle è servito!

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Un processo d’acquisto a forma di spaghetti

Immagine del percorso di acquisto che assomiglia a degli spaghetti e che rappresenta il Messy Middle
Fonte: Think with Google

Il percorso che seguono le persone prima di concludere un acquisto non è lineare. Dimenticate i vecchi modelli di marketing rappresentati da imbuti o step conseguenziali. Sembrerà strano e forse vi strapperà un sorriso ma il piatto di spaghetti è l’immagine che meglio descrive il sentiero che ci porta alla decisione finale. E se vogliamo fare un paragone, il processo d’acquisto è simile a quello che ci conduce alla scelta del piatto da ordinare dopo aver letto il menù.

Il nome tecnico di questo nuovo modello è Messy Middle ed è stato scoperto da Alistair Rennie e Jonny Protheroe, due ricercatori del team analisi dei consumatori di Google che hanno usato la metafora degli spaghetti per spiegarlo.

Il tramonto dei classici funnel

AIDA, TOFU, MOFU, BOFU sono acronimi che descrivono diverse tipologie di funnel di cui avrete sicuramente sentito parlare. Una persona matura la consapevolezza di avere un bisogno, ricerca le informazioni su un prodotto che potrebbe soddisfarlo, poi valuta le alternative e infine sceglie quale acquistare. Successivamente c’è una fase dedicata alla fidelizzazione del cliente. Questi step o fasi sono indicati nei classici funnel e sono stati completamente stravolti dal Messy Middle che ha proposto delle inedite chiavi di lettura dei processi d’acquisto.

Il Messy Middle in poche parole

Foto che rappresenta il modello del Messy Middle
Fonte: Think with Google

Dopo aver avvertito un bisogno, le persone svolgono un’attività costante di esplorazione e valutazione di un prodotto. L’esplorazione ha una natura espansiva: si amplia lo spettro delle ricerche. La valutazione ha invece una natura riduttiva: si considerano i prodotti di interesse e si analizzano studiandone i dettagli. Durante la valutazione si possono scoprire nuove caratteristiche di un prodotto, quindi, successivamente si comincia una nuova fase di esplorazione per cercare altri prodotti con quelle particolarità. Questo è il processo descritto dai ricercatori di Google ed oscilla stabilmente tra le due fasi sopra citate.

Naturalmente c’è un trigger iniziale che svolge la funzione di innesco e uno step conclusivo rappresentato dall’acquisto. Durante le poche fasi previste dal Messy Middle si è continuamente esposti alle pubblicità dei marchi e all’esperienza che propongono. Una strategia corretta e adeguata da parte dei brand sotto questo punto di vista favorisce il purchase.

Indurre all’acquisto con i bias

Il cervello è diviso in due emisferi, e citando Kahneman possiamo dire che uno è più pigro dell’altro. Per questo, spesso incappiamo in errori cognitivi, infatti il nostro cervello sceglie delle scorciatoie per prendere delle decisioni. Questa brevissima descrizione spiega in sintesi il concetto di bias (euristiche).

Questa foto rappresenta il cervello e simboleggia i bias cognitivi previsti nel Messy Middle

Ci sono alcuni bias che, se utilizzati in modo corretto, favoriscono il processo di acquisto riducendo il tempo dedicato alle fasi di esplorazione e valutazione:

  • euristica di categoria: fornire delle informazioni precise che permettano di classificare un prodotto e capire al volo le sue caratteristiche. Ad esempio indicare i megapixel della fotocamera di un cellulare o il peso di un particolare prodotto o la tipologia di un libro;
  • euristica dell’autorità: presentare pareri di esperti, scienziati e persone autorevoli;
  • riprova sociale: in condizioni di incertezza il parere dei pari può orientare una scelta. Presentare delle recensioni positive in un sito rappresenta uno strumento che favorisce questo bias;
  • potere dell’immediatezza: rendere disponibile un prodotto nell’immediato o nel breve periodo ne aumenta le probabilità di acquisto;
  • potere della scarsità: quando vogliamo comprare un prodotto e questo è disponibile per poco tempo oppure esiste in un numero limitato di copie, la nostra voglia di acquistarlo aumenta;
  • gratuità: vendere un prodotto offrendo qualcosa in omaggio oppure regalando uno sconto per un futuro acquisto è una tecnica efficace per attivare un bias.

Questa teoria si basa sulle scienze comportamentali applicate agli studi di marketing. Avevate mai sentito parlare del Messy Middle? Contattaci per conoscerci e scoprire quali strategie di comunicazione potrebbero essere più utili per la tua azienda.


Rivivere il mito della Caballero

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Ritorno al futuro, in sella ad una Caballero. Questa frase spiega il concetto che Fantic ha esposto ad AERA per la realizzazione di una campagna per il lancio del nuovo modello della celebre motocicletta Caballero. Per chi non conoscesse questa moto iconica, è stata prodotta alla fine degli anni 60, ed ha contribuito a scrivere la storia delle due ruote: è stata acquistata da una generazione intera, ed ha ispirato milioni di giovani. La nuova versione della Caballero è stata prodotta in due varianti ed ha tre cilindrate diverse; il design è stato rinnovato, ed il motore reso più potente.

Il ruolo di AERA

AERA ha individuato due target principali per promuovere il nuovo modello della Caballero: il primo è rappresentato da coloro che avevano acquistato questa moto quando erano giovani, ed il secondo dalle persone potenzialmente interessate ad una motocicletta con quelle caratteristiche e un passato prestigioso.

L’obiettivo previsto dalla strategia è stato far rivivere il mito della Caballero, proiettando il passato nel futuro. Quindi valorizzando le caratteristiche del nuovo modello.

Nello specifico sono state progettate alcune azioni: realizzazione di un sito ad alto impatto emozionale e una brochure.

I contenuti visuali sono stati i protagonisti del sito, e sono stati scelti per riaccendere l’entusiasmo degli amanti della Caballero. Inoltre, è stata prevista una sezione dove vedere le differenti versioni della moto con le caratteristiche tecniche.

Le emozioni hanno avuto un ruolo importante anche nella brochure: la Caballero è stata la prima moto per tanti appassionati, quindi è stato scelto come claim “IT ALL BEGAN WITH A CABALLERO”. I copy e le foto utilizzati sono evocativi per ricordare le prime corse in moto.


Pausa caffè: un rito fondamentale per lavorare meglio

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Nella routine lavorativa quotidiana di ognuno c’è un momento importante a cui non si può rinunciare: la famosa pausa caffè. Inizialmente veniva considerata una perdita di tempo perché interrompeva l’attività che si stava svolgendo. Ora è considerata una fase fondamentale della giornata, sia per il benessere del lavoratore ma anche per la sua produttività. Lo spiegano bene molti professori che studiano le dinamiche sociali presenti nelle aziende e i fattori che influenzano la qualità del lavoro.

Non è un caso se gli uffici moderni sono progettati prevedendo aree relax, isole per la pausa caffè e spazi dove i dipendenti possono rilassarsi e ricaricare le batterie.

Perchè la pausa caffè è indispensabile.

Ma quali sono i benefici della pausa caffè? Sono molteplici e riguardano la salute del lavoratore, il suo rendimento e il clima aziendale.

Davanti alla macchinetta del caffè si scambiano quattro chiacchiere con i colleghi e questo momento è funzionale al team building. Si può parlare di lavoro ma anche di faccende personali o delle proprie passioni, per distrarsi, e poi tornare alle proprie attività, più concentrati di prima. A volte, la pausa è importante per migliorare la propria capacità di problem solving: quante volte accade di bloccarsi di fronte a un problema? Pensare ad altro per un po’ e poi ricominciare a riflettere sul proprio task, può aiutare a superare l’impasse.

Un coffee break stimola la creatività: discutendo con i colleghi durante la pausa, spesso emergono le idee migliori o spunti utili da sviluppare nel proseguo della giornata. Alzarsi dalla propria postazione serve anche per il proprio benessere fisico: non fa bene passare ore e ore seduti davanti al computer senza mai fare due passi.

Insomma, la pausa caffè ha un ruolo sociale e terapeutico e questo è quanto emerso anche dalla tavola rotonda organizzata da Nespresso sull’ufficio 3.0 e i cambiamenti che interverranno in futuro. Ci sono anche degli studi condotti sugli effetti dell’assunzione di caffè che spiegano l’importanza di questa bevanda. Nello specifico, Darya L. Zebelina e Paul J. Silvia si sono cimentati in questo compito e hanno dimostrato che un consumo moderato di caffeina favorisce la risoluzione dei problemi creativi: si è più attenti e vigili e concentrati. Inoltre migliora l’umore. Invece secondo l’European Food Safety Authority bastano 75mg di caffeina per essere più svegli e concentrati.

Quante volte fare una pausa durante il proprio lavoro? Le teorie di cui non hai mai sentito parlare.

E quante volte si dovrebbe fare una pausa nell’arco della giornata? Naturalmente non si deve abusare di questo momento: si è pur sempre in un luogo di lavoro. Solitamente si fa un break a metà mattinata e almeno uno durante il pomeriggio, tuttavia ci sono alcune buone pratiche poco note che suggeriscono una scansione del tempo di lavoro inusuale.

Al termine di un’analisi svolta con il software DeskTime, gli autori hanno concluso che lavorare consecutivamente per 52 minuti e successivamente fare una pausa di 17 è la modalità migliore per mantenere alto il proprio rendimento. Ma non c’è solo questa possibilità, infatti la teoria di Cirillo rappresenta un’alternativa: lavorare per 25 minuti di seguito e fare una pausa di 5 minuti, per 5 volte in tutto, allungando però la pausa a 20/30 minuti al termine del quinto step. Come già scritto, questi metodi non molto diffusi.

Coffee break: un rito internazionale.

La pausa caffè non è un momento sacro solo in Italia. In Svezia c’è una tradizione irrinunciabile che si chiama Fika. In cosa consiste? In una pausa da svolgere a metà mattinata o pomeriggio con amici o colleghi bevendo un caffè, del tè oppure una cioccolata calda. Naturalmente in base ai propri gusti personali. Se avete fatto una vacanza in questo paese sapete già di cosa parliamo, se invece intendete visitarlo in futuro, avrete modo di scoprirlo. Anche in Germania c’è una consuetudine analoga: il Kaffeeklatsch, che significa chiacchiere di caffè. Solitamente questo break si svolge nel pomeriggio tra le 16 e le 17.

Alla nostra piccola aiutante dobbiamo molte idee creative che ci hanno permesso di sviluppare campagne originali!


Stupire i clienti con un libro di fiabe

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Mafin è un’azienda leader nel mercato mondiale della produzione di pellet per patatine e snack. Da sempre attenta ai bisogni dei consumatori è riconosciuta per la sua capacità di innovare e per la qualità dei prodotti venduti. Prendersi cura dei clienti e della società è la filosofia di Mafin.

Un’azienda con questa vision si distingue in molte scelte: non solo in quelle che riguardano la produzione ma anche nel decidere cosa regalare ai fornitori e ai clienti in occasione delle festività.

Operazione AERA

Per il Natale di qualche anno fa ci è stato chiesto di pensare ad un regalo originale e coerente con i valori di Mafin. Rispondendo a questa richiesta abbiamo elaborato un libriccino che racconta una favola con i prodotti dell’azienda come protagonisti. Il titolo scelto è stato ‘’Snack tales from the world‘’. La storia, i testi e le illustrazioni sono stati interamente inventati da AERA. Il racconto esprime due valori ritenuti fondamentali dall’azienda: l’internazionalità e l’amicizia.

Le fiabe sono due in particolare: la prima riguarda una classe di studenti, cioè di pellet Mafin, che scoprono il valore dell’amicizia grazie a un esercizio di gruppo proposto dalla maestra Gina. Invece la seconda racconta il viaggio di Mucca alla scoperta del mondo e delle sue meraviglie. Questo libriccino è stato senza dubbio un regalo inaspettato per i clienti di Mafin.


Assicurazioni Piovesan: un company profile che comunichi l’identità e il prestigio dell’agenzia

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L’agenzia “Asolo Montebelluna” di Piovesan rappresenta una punto di riferimento nel territorio e non solo: è una delle 10 migliori agenzie Allianz, in Italia. Piovesan Assicurazioni ha origine nel 1971 con Ras, diventata poi Allianz ed ora ha anche il mandato di Helvetia.

Il brand al centro

A seguito di questa novità, Assicurazioni Piovesan decide di cambiare la modalità con cui si propone al pubblico: non più promuovendo prevalentemente i partners Allianz ed Helvetia ma anche comunicando il valore del proprio marchio che racchiude più di 50 anni di storia.

Un company profile per raccontare Piovesan assicurazioni

Per questo abbiamo progettato un company profile che sottolinea i valori dell’agenzia: riconoscimento del valore delle persone, messa al centro delle esigenze del cliente, competenza e impegno. Inoltre promuove il brand Piovesan ponendolo in primo piano, attribuendogli la reale importanza che ha nel settore assicurativo.

Il company profile oltre a descrivere la storia della compagnia Piovesan e presentare i partners, elenca i numeri dell’agenzia e cita le soluzioni per i clienti. Questa brochure vuole essere uno strumento agile da consegnare agli agenti perchè lo utilizzino durante gli incontri con i clienti, per presentare Assicurazioni Piovesan in modo efficace.

I colori utilizzati riprendono quelli del logo Piovesan, mentre la scelta di utilizzare delle foto che ritraggono i volti di diverse persone, ha lo scopo di comunicare l’importanza che la compagnia assicurativa attribuisce alle esigenze dei clienti.


Un nuovo sito per “THE STAGE”

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Il fascino di ”THE STAGE”

THE STAGE è il ristorante di Replay a Milano: un luogo adatto per ogni momento della giornata, dalla colazione alla cena. Infatti contiene tre locali in uno: bar ( THE STAGE CAFE’), ristorante (THE STAGE DINING) e cocktail bar ( THE STAGE AMERICAN BAR). Entrare in questo ristorante significa vivere un’esperienza speciale: l’arredamento e l’uso del legno lo rendono elegante, esclusivo, unico. Sembra quasi di essere all’interno di una nave appena varata. Qui alta cucina, fascino e piacere si uniscono, in una grande città crocevia di idee e culture. Il locale non è solo affascinante ma anche tecnologico: ospita un executive room; una sala vip dove svolgere incontri riservati. Questa è dotata di tv, schermi Apple, prese e impianto audio Bose.

Un sito internet speciale

Replay aveva bisogno di promuovere questo locale attraverso un nuovo sito moderno e funzionale. Il sito doveva raccontare lo storytelling che il locale propone e la filosofia che interpreta. Inoltre doveva permettere ai clienti di prenotare online e ai gestori dei locali di aggiornare i menù e pubblicizzare gli eventi organizzati all’interno di “THE STAGE”.

La soluzione di AERA

Abbiamo progettato un unico sito web strutturato in tre parti dedicate ai locali di THE STAGE. Il sito, veloce e ad alto impatto visivo, valorizza i tre locali spiegando le loro peculiarità.

È stato realizzato in PHP ed è dotato di un CMS personalizzato. Per far vivere l’atmosfera che caratterizza l’ambiente del ristorante Replay abbiamo utilizzato delle immagini che ben raffigurano THE STAGE e scritto dei copy evocativi.

Perché il social listening può far crescere la tua azienda?

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Ti piacerebbe sapere l’opinione che le persone hanno del tuo brand? In passato era molto complicato poterla conoscere: sarebbe servita un’indagine costosa. Ora è molto più facile. Sareste interessati a conoscere le nuove tendenze dei mercati in cui opera la vostra azienda? Anche questo si può fare, senza investimenti eccessivi o formule magiche. Tutti questi dati si trovano già in rete. Basta saperli cercare con i programmi giusti. L’attività che si svolge per trovare nel web i dati utili per sviluppare il proprio business si chiama ‘’social listening ’’. Attenzione, non va confusa con il ‘’social monitoring ’’. Sono due cose diverse. Ma delle loro differenze parleremo in seguito. 

Social listening vs social monitoring

Fare social listening significa ascoltare la rete: siti, social e forum. Sembra una cosa strana, ma è possibile. Il web in generale, e più nello specifico i social, sono uno spazio di relazione dove le persone interagiscono, discutono e lasciano impressi i loro pensieri. Quindi con l’adeguata attenzione è possibile scoprire trend, conoscere opinioni e utilizzare questi dati per migliorare la strategia di marketing utilizzata per la propria azienda.  

Questa infografica rende bene l’idea della mole di dati che le persone condividono in rete.

Molti esperti sostengono che i dati rappresentano l’oro della nostra epoca. Forse questa affermazione non va presa alla lettera, ma sicuramente descrive una situazione molto vicina a quella che viviamo tutti i giorni. Chi riesce a rielaborarli e ad interpretarli, diciamo che ha un discreto vantaggio rispetto ai concorrenti

Ora chiariamo la differenza tra social monitoring e listening. Il primo nome descrive l’attività che si svolge per raccogliere l’insieme di dati di nostro interesse: menzioni di un marchio, hashtag, discussioni rilevanti e via dicendo. Il secondo prevede invece un utilizzo di questi per dar loro un significato. In estrema sintesi il social listening analizza il sentiment, l’umore della rete. Quindi non si limita a quantificare ma va ben oltre: interpreta e dà un giudizio.

A cosa serve il social listening?

Queste sono le funzioni precise del social listening:

  • Anticipare nuovi trend del mercato
  • Rafforzare la reputazione del tuo brand
  • Intervenire prontamente in caso di ‘’crisi’’
  • Monitorare cosa pensano gli utenti internet del tuo brand
  • Migliorare la customer care
  • Individuare influencer che promuovano il tuo marchio
  • Monitorare i concorrenti

I dati da conoscere

Lo sapevi che uno studio trasmesso da Convince e Convert spiega che il 47% degli utenti social contatta direttamente i marchi sui social media per lamentarsi? Ricorda che le critiche online sono lette da tutti. Quindi captare per tempo i malumori e porvi rimedio, è fondamentale per preservare la buona immagine del proprio prodotto.

Una ricerca di Altitude mostra invece che l’80% dei consumatori richiede che i marchi rispondano ai loro messaggi social entro 24 ore. Naturalmente è impensabile incaricare dei dipendenti di setacciare tutta la rete per cercare commenti sul servizio erogato dalla propria azienda o sui prodotti venduti. Avere un programma di social listening rende tutto ciò possibile.

Esploratori digitali

Ascoltando il pianeta internet si può quindi:

  • Individuare le menzioni del proprio brand
  • Misurare il sentiment degli utenti rispetto al proprio prodotto
  • Misurare il grado di engagement dei propri contenuti o dei commenti fatti da utenti web: numero di condivisioni, commenti e like, per esempio.
  • Individuare i commenti in rete sui propri concorrenti

Social listening strategy

Come si costruisce una strategia di social listening?

  • Come sempre è necessario cominciare dagli obiettivi. Cosa vuoi sapere? Quali informazioni vuoi conoscere? Quante volte il tuo brand è stato nominato? Qual è il giudizio del popolo web? Oppure vuoi scoprire cosa combinano i competitor?
  • Successivamente bisogna stabilire le parole chiave da cercare: nome del brand, hashtag, frasi, oppure il nome di persone interessanti per qualche motivo o qualche termine strategico.
  • Dopo si deve utilizzare uno dei programmi di social listening per svolgere la ricerca: questa fornirà dei dati precisi, ma come già spiegato, interpreterà anche il sentiment. Potrai quindi sapere sei i tuoi clienti sono soddisfatti o meno del nuovo prodotto che hai lanciato sul mercato.

Non dimenticare il ruolo che gli opionin leader del web: gli influencer, hanno. Grazie a questi programmi che ascoltano il web, puoi scovare gli influencer più seguiti del settore in cui operi. Ma cosa si intende, in questo caso, parlando di infulencer? Ci riferiamo a coloro che condividono spesso contenuti, o che intervengono continuativamente avviando conversazioni. Riuscire a contattarli o a conquistare la loro fiducia non è secondario: potresti avere dei testimonial stimati che gratuitamente fanno buona pubblicità al tuo brand.


I programmi più utilizzati

Alcuni programmi di listening social molto utilizzati:

Talkwalker

Mention

BuzzSumo

Sproutsocial


Il social listening rappresenta quindi un tassello fondamentale per elaborare una strategia di marketing digitale che faccia la differenza. Molte aziende non sono a conoscenza di questa attività che costituisce una vera e propria opportunità per chi la sa sfruttare. Noi ti suggeriamo di approfondire questo argomento, e se ne hai voglia, per saperne di più puoi rivolgerti anche ad AERA.


Una nuova brand identity per riposizionare il marchio. Il caso “I dolci di Efren”.

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Un prodotto di alta pasticceria

I Dolci di Efren è un prodotto di grande qualità, preparato con maestria, passione e grande attenzione per ogni singolo dettaglio: dalla scelta degli ingredienti, passando per l’armonia delle forme fino all’inserimento dei dolci nelle confezioni di vendita. Tutti gli step vengono affrontati con la cura di chi sta realizzando un’opera d’arte. Del resto i prodotti di alta pasticceria richiedono ricette d’eccellenza e una grande considerazione dell’estetica. Il prezzo di vendita de “I dolci di Efren” è quindi alto.

Una brand identity non all’altezza

Inizialmente la brand identity di questo marchio non riusciva a trasmettere l’unicità di un prodotto esclusivo che coniuga gusto e stile. In particolare dava l’idea di un prodotto tradizionale e casareccio, quindi non adeguato al costo. Al fine di modificare il valore percepito de “I dolci di Efren” è stata riprogettata l’identità visiva del brand. Raggiungere questo obiettivo ha richiesto un percorso graduale che ha permesso al marchio di posizionarsi in una fascia alta di mercato grazie a una nuova immagine minimal, moderna ed elegante.

L’intervento di AERA

AERA ha avuto il compito di ridefinire la brand identity: abbiamo rivisto il logo rendendolo più pulito e raffinato. In seguito abbiamo progettato un packaging capace di comunicare il fascino del prodotto offerto ed elaborato dei nuovi point of purchase. Inoltre abbiamo realizzato un catalogo che accompagna il cliente in un viaggio nel mondo della cucina gourmet dove “I dolci di Efren” sono i protagonisti. Per farlo abbiamo scritto dei copy evocativi e prestato un’attenzione speciale ai contenuti visivi: i prodotti sono stati fotografati con dei primi piani e in alcuni casi simulando i famosi impiattamenti degli chef stellati. Infine è stato realizzato un nuovo sito.

Risultati

La ridefinizione della brand identity de “I dolci di Efren” ha modificato notevolmente la percezione del marchio, collocandolo in una fascia alta del mercato. In questo modo, nonostante il prezzo, c’è stato un incremento delle vendite dei dolci.

Quali sono i meccanismi che regolano la percezione delle immagini? Quando psicologia, marketing e design si intrecciano.

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Vi siete mai chiesti quali meccanismi regolano la percezione delle immagini? Certo, non è una domanda usuale. Sicuramente non rappresenta neppure il primo pensiero che una persona ha in testa quando si sveglia la mattina. Questo interrogativo però è molto interessante, e la risposta ancor di più. Lo è per gli esperti di comunicazione e marketing, per coloro che intendono promuovere in modo efficace la propria azienda e per gli appassionati di grafica.

È la psicologia che si occupa dello studio della percezione e dell’esperienza che abbiamo della realtà ed è la scuola della Gestalt che ha affrontato nello specifico questi argomenti. La psicologia della Gestalt nasce nel XX secolo, fondata da Max Wertheimer e successivamente sviluppata da Wolfgang Köhler e Kurt Koffka. Ma cosa significa Gestalt? Il termine è tedesco e in italiano vuol dire “forma, figura”. L’essere umano è un economizzatore cognitivo: interpretiamo la realtà secondo delle griglie cognitive soggettive, formate in base alle nostre esperienze di vita, valori ecc. Queste semplificano ciò che vediamo per aiutarci ad inquadrare la realtà. Secondo la corrente della Gesalt, in riferimento alla percezione delle immagini, il tutto è più importante dei singoli elementi. Di fatto, noi riduciamo la complessità riconoscendo le figure come un insieme, in virtù di alcuni principi che spiegheremo. Organizziamo gli oggetti in gruppi coerenti, come affermano Robert e Karin Sternberg in “Cognitive Psychology”.

GESTALT, PERCEZIONE VISIVA E MARKETING

Le regole da conoscere

  • Legge della vicinanza
  • Legge della somiglianza
  • Legge della continuità di direzione
  • Legge della figura-sfondo
  • Legge della buona forma
  • Legge della chiusura
  • Legge dell’esperienza passata
  • Legge della percezione multistabile

Se ci si occupa di grafiche, design, UX experience o attività analoghe è indispensabile conoscere queste poche regole, per agire con cognizione di causa ed evitare errori grossolani.

Legge della vicinanza

Tendiamo a considerare elementi o oggetti vicini, ma distinti, parte di un tutto, separandoli da quelli lontani che sono presenti nello stesso ambiente. Non li percepiamo quindi come diversi, ma li “assembliamo” dando forma a un insieme unitario.

Legge della somiglianza

Elementi separati, ma simili, presenti in uno stesso spazio vengono percepiti come un insieme unico perché la nostra mente tende a collegarli.

Legge della continuità di direzione

Oggetti separati che hanno la stessa inclinazione o il medesimo orientamento, oppure seguono lo stesso movimento, vengono considerati un unico insieme.

Legge della figura sfondo

Questa regola spiega come classifichiamo gli elementi presenti in un’immagine: quali costituiscono lo sfondo e quali rappresentano la figura in primo piano. Di solito la prima immagine che notiamo, perché il nostro cervello la considera più rilevante, rappresenta quella principale.

Ciò accade anche in virtù di due principi: quello di area e quello di convessità.

Il primo spiega che consideriamo l’oggetto più piccolo come principale mentre quello più grande come sfondo. Il secondo che gli elementi convessi sono più facilmente percepiti come figure in primo piano, mentre i secondi come sfondo.

Legge della buona forma/simmetria

Elementi simmetrici, omogenei e equilibrati sono considerati parte di un tutto e sono più facilmente percepibili.

Legge della chiusura

Le figure formate da linee che non si congiungono e lasciano degli spazi vengono considerate delle immagini chiuse, perché la nostra mente va a colmare automaticamente gli spazi prolungando le linee. Inoltre si impongono su quelle che hanno margini aperti.

Legge dell’esperienza passata

Elementi o oggetti vicini che non hanno una forma precisa, vengono considerati un insieme dalla nostra mente: questo è frutto di associazioni con figure di cui si ha avuto esperienza nel passato. In questo caso, probabilmente, si riconoscerà una E.

Legge della percezione multistabile

Quando si osservano immagini complesse dal significato ambiguo l’individuo tende e percepire figure diverse e separate che le compongono.


Esempi di applicazione di queste regole:

Principio della chiusura
Principio della prossimità
Principio della figura/sfondo